Abruzzo,  Italia

Trekking someggiato con i bambini in Abruzzo

L’andatura lenta e ritmata. La scoperta del territorio e delle tradizioni locali sono solo una piccola parte dei motivi per cui abbiamo voluto provare il trekking someggiato.

Riscoprire il piacere di un viaggio senza frenesia in simbiosi con il proprio animale è una bellissima esperienza. Un ottimo modo per avvicinare i bambini alla natura, al rispetto della stessa grazie al carattere docile e mansueto degli animali da soma.

A rendere possibile questa opportunità, nel corso di un viaggio itinerante alla scoperta dell’Abruzzo, sono stati Chiara e Luigi. Il loro progetto si chiama Gira e Rigira – Montagna e cultura a passo d’Asino nato nel 2017 con l’intento di valorizzare il territorio in cui sono cresciuti.

A fare da sfondo alle attività escursionistiche le terre della Baronia, entroterra meridionale al di sotto della piana di Campo Imperatore. Punto di partenza il borgo di Santo Stefano di Sessanio in provincia di L’Aquila.

Trekking someggiato in Abruzzo: la nostra esperienza

trekking someggiato

Molteplici sono le iniziative proposte da Gira e Rigira che, variano in base alla lunghezza del percorso, difficoltà ed età dei partecipanti.

E’ possibile scegliere una escursione di un paio di ore o trascorrere 2/4 giorni a spasso per le terre della Baronia.

L’esperienza che vogliamo raccontarvi ha avuto inizio con una piacevole chiacchierata con la “vulcanica” Chiara consigliando il percorso “Locce e condole … a passo d’asino“.

Una passeggiata di 9 km con un dislivello di circa 200 metri adatta ai bambini dai 6 anni in su. Tempo di percorrenza 4 ore con pause. Alcuni messaggi dopo e un occhio al meteo ballerino, l’appuntamento al “Giardino degli Asinelli” è stato confermato con grande gioia di tutti noi.

Tutto pronto e ben organizzato non ci resta che presentarci presso il laghetto di Santo Stefano di Sessanio con scarpe da trekking, acqua nella borraccia e qualcosa da mangiare. Immancabile zaino con giacca per la pioggia.

Conoscendo lei, Riccardina

Ad aspettarci altre due famiglie con bambini incuriositi dal lontano ragliare degli asinelli pronti per conoscere il gruppetto di escursionisti. Una breve presentazione da parte di Chiara con le regole di comportamento da seguire e la scelta da parte di Luigi su quale compagno di viaggio affidarci che, si parte!

Si parte! Dopo un momento incerto in cui la nostra nuova amica Riccardina è più interessata a smangiucchiare l’erba, partiamo alla scoperta della piana delle Locce.

Papà Davide a fianco, Sofia in sella a dare l’andatura e mamma Sabrina a seguire stando attenta a non intralciare il loro cammino.

All’inizio quando abbiamo letto che sarebbero state 4 ore di cammino eravamo scettici. Alla fine sono ore piacevoli che passano in fretta tra risatine dei bambini, qualche “puzzetta” degli asini e la conoscenza con le altre famiglie presenti.

Non posso negare che ho dovuto schivare spesso gli scherzetti di Riccardina ma è stato bellissimo vedere come con il tempo si fosse creato un rapporto di fiducia fra di noi.

Importante inoltre è stato il carattere dei bambini che silenziosamente e senza schiamazzi fastidiosi hanno avuto modo di avvicinarsi a una forma di viaggio più lenta, meno frenetica e partecipativa.

Alla fine sono stati loro a dare una lezione di vita a noi adulti con la complicità del gruppo di asinelle.

Si ma cosa sono le locce?

I racconti storici di Chiara e l’esperienza escursionistica di Luigi accompagnano i partecipanti lungo i sentieri della piana delle Locce. Scopriamo cosi che questa parte di Abruzzo, appartenente al più ampio Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è stata nei secoli passati un territorio dai forti poteri economici grazie alla produzione agricola e alla pastorizia.

Ed è con orgoglio che Chiara ci accompagna lungo i sentieri della transumanza mostrandoci come le locce che sembrano da lontano irregolari buchi nel verde terreno, siano stati fondamentali per la popolazione locale. Un territorio che un tempo – parliamo del XII secolo circa – viveva dei prodotti del proprio gregge e che con l’arrivo dei monaci Cistercensi, si sviluppò oltre confine.

Scavate nella roccia tanto quanto bastava per non sbattere la testa, queste cavità erano un ricovero per il pastore – agricoltore insieme al proprio bestiame e che servivano per trascorrere le lunghe notti fuori casa.

E le “condole”? Cosa sono esattamente? Le costruzioni più strutturate sono le abitazioni dei monaci Cistercensi che mantenendo alcune caratteristiche dell’architettura locale, hanno portato una evoluzione alle abitazioni. Possiamo chiamare queste costruzioni dei veri e propri “quartier generale” dove i monaci dirigevano come abili imprenditori, l’attività e le imprese locali.

Siamo giunti alla conclusione di questa giornata iniziata con un cielo grigio promettente di pioggia. Se vuoi provare l’esperienza di trascorrere quattro ore immerso nella natura in compagnia di amici puoi rivolgerti a Chiara e a Luigi. Sono sicura che sapranno consigliarti il percorso adatto alle tue esigenze e a quelle della tua famiglia.

Web Content Writer | Blogger e Ghostwriter Navigo nel fantastico mondo del web creando contenuti per blog, siti aziendali, magazine e progetti editoriali. Un occhio alla SEO, un orecchio al tono di voce scalando vette virtuali che diventano reali nelle giornate di sole. Ho una passione per i libri fantasy, le ambientazioni gotiche, la birra irlandese e camminare senza una meta tra i sentieri di montagna.